Yokosuka (Giappone), 28 maggio 2008, sotto un umido cielo estivo decine, se non centinaia, di marinai, si dispongono sul ponte di volo a formare la famosissima parola giapponese “SAYONARA”, il cui significato risponde più o meno al nostro “arrivederci”. Se non fosse per questo “piccolo” ma importante particolare, la scena sarebbe identica a quella vista decine di volte, invece, in questo caso, siamo dinnanzi ad un momento storico: l’ultima partenza della Kitty Hawk, dalla sua base di rischieramento avanzato nella terra del sol levante.
Come è logico in questi momenti il pensiero va irrimediabilmente a ciò che è stato, eppure, mentre tutto questo accadeva, una parte della nave guardava già al futuro, in quanto, più o meno metà dell’equipaggio, era in attesa di essere trasferito sulla USS George Washington, portaerei subentrante alla Kitty Hawk quale Forward Deployed Aircraft Carrier.
Questa operazione, denominata formalmente Cross Deck, era programmata per giugno alle isole Hawaii e sarebbe dovuta iniziare un paio di settimane più tardi. Il programma prevedeva la cessione alla Washington dell’intero Carrier Air Wing Five, insieme a parte dell’equipaggio di conduzione della Kitty Hawk, per un totale di circa 2.600 persone. Conclusa questa fase, la Washington, con l’equipaggio al completo, avrebbe poi dovuto partecipare anche alla ventunesima edizione della Rim of the Pacific.
Se non ché, quella che sembrava una mesta conclusione si è trasformata nel canto del cigno di questa vecchia gloria, poiché, a seguito di un incendio di media intensità, occorso alla Washington il 22 maggio, la Pacific Fleet ha ordinato alla Kitty Hawk di prendere il posto della CVN 73, quale flagship della RIMPAC 2008.
La notizia è giunta a bordo poco prima della sosta ad Apra Harbor, Guam, a sole tre settimane dalla manovra, ciononostante l’equipaggio ha risposto in maniera efficiente, lavorando a tempo di record per portare la nave al massimo delle sue capacità operative.
Così, dopo una sosta a Pearl Harbor, dall’1 al 7 luglio, la Kitty Hawk ha lasciato l’isola di Oahu dando inizio a quest’ importante impegno operativo.
Le operazioni aeree hanno avuto inizio già nella tarda mattinata di martedì 8 con il decollo di un HH 60H dell’HS 14, tuttavia, la sezione più corposa dell’esercitazione ha coinvolto il CVW 5 a partire dal 9 fino alla conclusione della Fase Tattica, con l’effettuazione di tre No Fly Day: il 13, il 20 e il 23 luglio (durante queste giornate l’equipaggio ha approfittato della sosta nelle normali operazioni aeree per dedicarsi alla manutenzione della nave ed al ripristino delle scorte di viveri ed armamenti, trasferiti a bordo da apposite unità rifornitrici AOR).
Durante tale periodo, le missioni hanno riguardato essenzialmente lo strike aereo di obbiettivi sulla terra ferma e la ricerca antisommergibili, con a contorno simulazioni di combattimenti aerei del tipo DACT (Dissimilar Air Combat Training) contro alcuni velivoli dell’Hawaii Air National Guard. Va sottolineato in questo senso che la Task Force incentrata sulla Kitty Hawk, comprendente altre 15 unità navali, ha giocato sia come forza d’opposizione che come Blu Force.
Conclusa la manovra, l’unità ha condotto un’ultima sosta a Pearl Harbor, dal 30 al 31 luglio, e, successivamente, si è diretta verso San Diego dove è giunta il 7 agosto.
Con questa sua ultima fatica, la Kitty Hawk dice addio in un sol colpo a dieci anni di permanenza in Gippone e allo stesso servizio di prima linea, durante il quale ha totalizzato 407.511 appontaggi e 448.301 decolli assistiti.
Al termine della crociera la Kitty Hawk ha fatto sosta presso la base navale di San Diego, dove ha avuto luogo il Cross Deck con la Washington in attesa della radiazione presso la base navale di Bremerton.
Un po’ di storia.
La portaerei USS Kitty Hawk, distintivo ottico CVA 63, venne inquadrata nella flotta il 29 aprile 1961 presso i cantieri Philadelphia Naval Shipyard, capoclasse di una serie di tre unità. Prima della sua entrata in servizio, soltanto un’altra nave da guerra aveva portato il nome del piccolo paesino costiero dove i fratelli Orville e Wilbur Wright compirono il primo passo della storia del più pesante dell’aria, il che ne fa una delle più simboliche unità della storia dell’aviazione navale americana.
Dopo la consegna, il Capt. William F. Bringle, suo comandante, portò la Kitty Hawk sulla costa ovest facendole compiere il periplo dell’America del Sud. Una volta a San Diego, ebbe inizio l’addestramento mirato al primo turno nel sud est asiatico, conosciuto come extended WESTPAC (Western Pacific) deployment, che iniziò nel settembre del 1962. Nei successivi tredici anni, la Kitty Hawk, insieme al Carrier Air Wing (CVW) 11, completò otto WESTPAC, sei delle quali a supporto delle operazioni aeree sul Vietnam del Nord.
Nel 1976, quindici anni dopo la sua entrata in servizio, la Kitty Hawk andò ai lavori per un anno allo scopo di essere convertita da CVA, portaerei d’attacco, a CV, portaerei multi – missione. Tale conversione consentì anche di realizzare gli aggiornamenti necessari ad operare con i nuovissimi, per l’epoca, F 14A Tomcat ed S 3 Viking.
Successivamente, nei tardi anni ’70, la CV 63 realizzò un altro deployment insieme al CVW 15, durante il quale si occupò delle operazioni SAR in favore dei rifugiati vietnamiti (sul finire del rischieramento, il turno di servizio venne prolungato per consentire all’unità di essere presente nel Mar Arabico a causa di una grave crisi scoppiata in Iran). Rientrata a San Diego, nel febbraio del 1980, ricevette la Battle Efficiency “E”, quale miglior portaerei della Pacific Fleet.
Dopo aver sopportato un ulteriore serie di lavori ed essersi rischierata altre tre volte nel lontano oriente, il 3 gennaio 1987 la Kitty Hawk lascia San Diego per dare inizio ad una crociera intorno al mondo lunga sei mesi, che la porterà, 26 anni dopo, ancora una volta a Philadelphia per un ciclo di lavori di mezza vita. Tornata a San Diego nel 1991, spenderà i successivi sette anni inquadrata nella Terza Flotta.
Il 6 luglio 1998 è una data storica per la Kitty Hawk, in questa giornata di mezza estate ha infatti inizio il lungo viaggio verso Yokosuka per sostituire la USS Independence, CV 62, nel ruolo di portaerei permanentemente rischierata in Giappone. Con tale trasferimento, la portaerei prende in carico anche il CVW 5, unico Carrier Air Wing assegnato su base continuativa alle unità di stanza nel lontano oriente.
Indossando tali vesti, la Kitty Hawk spende i successivi tre anni conducendo regolari deployment nell’area, allo scopo di mostrar bandiera e, per tale motivo, solo di rado si avventura nei mari mediorientali. Ciononostante, all’indomani dell’11 settembre ne venne immediatamente ordinata la partenza per il Mar Arabico del Nord così da supportare l’Operation Enduring Freedom in qualità di base galleggiante per le forze speciali americane. Gli anni che seguirono videro la Kitty Hawk partecipare a tutte le fasi dell’OEF, come alle operazioni in Iraq, realizzando un ultima crociera di commiato dal teatro asiatico la scorsa primavera.
Come già ricordato l’unità ha mollato gli ormeggi dalla base di Yokosuka il 28 maggio 2008, nove anni, nove mesi e diciassette giorni dopo il suo primo ormeggio nella base nipponica, avvenuto l’11 agosto 1998.
La nave.
Le unità portaerei possono benissimo essere considerate delle piccole città galleggianti. Questo non solo per le dimensioni, intese sia in termini di numero di persone che le animano, mediamente più di 5000, che di spazi disponibili, ma principalmente per l’estrema eterogeneità che le caratterizza.
Continuando in questo parallelismo, il comandante dell’unità, Commanding Officer (CO), può essere considerato come un sindaco, che amministra e governa la portaerei per il bene dell’equipaggio, stabilendone anche le regole da seguire nel quotidiano.
Tornando all’aspetto militare della sua organizzazione, sotto il CO, troviamo l’Executive Officer, (XO), che si dedica agli aspetti pratici volti al buon funzionamento dell’intero sistema “portaerei”. Per quanto riguarda la Kitty Hawk, l’unità è poi suddivisa in 18 departments ognuno dei quali si occupa di uno specifico settore. Abbiamo così:
- l’Aircraft Intermediate Maintenance Department, AIMD, a cui spetta il compito di mantenere in condizioni di volo i velivoli del CVW, mediante riparazioni straordinarie e programmate di alto valore tecnico su qualsivoglia componente sia meccanica che avionica dei mezzi aerei ad ala fissa e rotante;
- l’Air Department, che, includendo i marinai in servizio sul ponte e i relativi equipaggiamenti, è composto da team dedicati alle catapulte, ai cavi di arresto, alla sicurezza, alla pulizia come anche alla movimentazione dei velivoli sul ponte hangar e da questo al ponte di volo;
- il Religious Ministries Department, composto da tre cappellani e da svariati addetti che assistono un equipaggio usualmente appartenente a differenti fedi religiose;
- il Combat Systems Department che si occupa della gestione e manutenzione del sistema C4I (Command, Control, Computer, Comunication and Intelligence) della portaerei composto da più di 5.000 parti, tra antenne e componenti elettroniche;
- il Deck Department, al quale compete la conduzione della nave occupandosi, tra le altre cose, delle operazioni di ormeggio e rifornimento in mare;
- il Dental Department, che, come è facile intuire, fornisce prestazioni odontoiatriche all’intero equipaggio grazie all’impegno dei cinque dentisti imbarcati;
- l’Engineering Department, all’interno del quale operano, oltre gli addetti alle caldaie, anche i “pompieri” di bordo come il personale dedicato alla manutenzione degli impianti elettrici e telefonici;
- l’Executive Department, che si occupa della gestione amministrativa dell’unità come del suo equipaggio;
- il Legal Department, composto da due ufficiali e da un team specializzato appartenente all’avvocatura generale della marina;
- il Maintenance Department, a cui spetta la manutenzione del sistema nave sia in navigazione che in porto;
- il Media Department che, mediante il Public Affair Office, si occupa di coordinare le visite a bordo di tutti i giornalisti come delle personalità straniere invitate a vedere le operazioni di volo (sotto la direzione del PAO operano un eccellente team di fotografi e cineoperatori come anche un ottimo laboratorio fotografico che si occupa di trasformare le immagini in prodotti finiti;
- il Medical Department, che fornisce assistenza medica a tutto l’equipaggio offrendo assistenza pari a 52 posti letto;
- il Navigation Department, sul quale ricade la responsabilità di localizzare l’unità nell’area d’operazioni mediante ausili satellitari, elettronici ed inerziali;
- l’Operations Department, altrimenti conosciuto come “the nerve center”, che ne costituisce per l’appunto il centro nevralgico gestendone sistema di combattimento e operazioni aeree;
- il Safety Department a cui compete il mantenimento della sicurezza a bordo;
- il Supply Department, che, oltre ad occuparsi del supporto logistico delle operazioni di bordo, gestisce un ufficio postale e due ship store (sorta di empori dove è possibile acquistare qualsiasi cosa, compresi capi di vestiario e gadget di ogni tipo con il logo della portaerei);
- il Training Department, che ha il compito di addestrare i membri dell’equipaggio ad ogni possibile evento;
- ed infine il Weapons Department, che si occupa della gestione di tutti gli armamenti impiegati dai velivoli come dalla nave.
Il CVW 5
Come abbiamo avuto modo di vedere, l’anima della Kitty Hawk è il suo gruppo aereo imbarcato, costituito dal Carrier Air Wing Five, che ha sede sulla Naval Air Facility Atsugi, in Giappone.
Tale unità aerea è attualmente composta da sette squadrons e due detachments, così suddivisi: due squadrons da difesa aerea e attacco al suolo (il VFA 102 e il VFA 27, equipaggiati rispettivamente con F/A 18F ed F/A 18E); due squadrons multiruolo da attacco al suolo (i VFA 195 e 192, entrambi dotati di F/A 18C); uno squadron dedicato alla guerra elettronica (il VAQ 136, equipaggiato con gli EA 6B Prowler, attualmente in attesa di essere sostituiti con i nuovi EA 18G Growler); uno squadron dedicato alla scoperta aerea avanzata (il VAW 115 che impiega la nuova versione rimotorizzata del velivolo AEW E 2C Hawkeye); e uno squadron elicotteristico equipaggiato con SH 60F ed HH 60H (l’HS 14). Come accennato, a questi squadrons vanno aggiunti anche due detachments: l’HSL 51 Det. 3, equipaggiato con alcuni SH 60B LAMPS (Light Airborne Multipurpose System) Mk III, ed il VRC 30 Det. 5, la cui occupazione primaria e il Carrier Onboard Delivery.
Claudio Maugeri